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Venezia Biennale Arte Arsenale: Disobedience Archive

Alla Biennale in corso una sezione tutta per sé all’Arsenale spetta al grandioso progetto speciale Disobedience Archive (the Zoetrope), fondato a Berlino nel 2005 da Marco Scotini, che ha ideato questo archivio di video in continua evoluzione, incentrato sul rapporto tra le azioni artistiche di disobbedienza politica e civile e le testimonianze “visive” di azioni contro il sistema. Il sottotitolo Zootropia fa riferimento al dispositivo ottico ottocentesco precursore del cinema, usato per vedere le immagini in movimento e l’architettura dello spazio lo rispecchia pienamente.


Scotini collabora direttamente da più di vent’anni con artisti, registi, attivisti e filmmaker, ha esposto nelle principali istituzioni internazionali, come il Castello di Rivoli, il MIT di Boston o il Festival di San Pietroburgo, raccogliendo le voci di ribellioni, conflitti e rivolte.
Come tutti gli archivi, Disobedience Archive raccoglie testimonianze video registrati da numerosi artisti, tra cui Zanele Muholi, Hito Steyerl, Liminal & Border Forensics, che narrano storie di manifestazioni, interviste e performances.


Fortemente voluto da Adriano Pedrosa dopo aver visto il progetto alla Biennale di Istanbul, il lavoro incarna perfettamente il tema scelto quest’anno dal curatore.
In mostra i vari video sono suddivisi in due sezioni principali appositamente concepite per la Biennale, intitolate Attivismo della diaspora e Disobbedienza di genere. 
Disobedience Archive include opere di 39 artisti e collettivi realizzate tra il 1975 e il 2023.
La particolarità di Disobedience è la versatilità e il fatto di essere itinerante, dunque cambiare ogni volta a seconda del luogo nel quale viene esposto, arricchendo l’opera di nuove testimonianze. Fino ad oggi son stati raccolti più di 200 materiali video e filmici, che ogni volta vengono ricombinati e riassemblati a seconda del tema e della situazione contingente.

 
Alla Biennale i due temi presentati sono legati alle migrazioni, al superamento dei confini nazionali e alle problematiche e movimenti LGBTQ+, dunque un costante mescolamento e nomadismo di generi e persone.
È molto importante in questo periodo e in questo nostro mondo sottolineare l’importanza della storia che, dice Scotini, è stata silenziata e riscritta. È come se fossimo stati espropriati della storia, resi silenti rispetto a tante questioni. Il compito di questi materiali è anche quello di denunciare la rappresentazione solo mediatica della storia, affermandone la sua valenza culturale e politica.