Dopo aver completato la decorazione della Sala dell’Albergo tra il 1564 e il 1567, a partire dal 1576 Jacopo Robusti si dedica ai dipinti per la Sala Capitolare, dove i membri della Confraternita si incontravano per le riunioni plenarie.
Sala Capitolare
Le tele del soffitto raffigurano eventi del Vecchio Testamento, mentre quelle alle pareti presentano soggetti tratti dal Nuovo Testamento. Sarebbe interessantissimo descrivere la ricercata corrispondenza tra ogni singolo dipinto del soffitto con quelli alle pareti, ma a questo dedicheremo un post intero.
Affrontiamo qui invece solo il tema della natività: in questa Sala Tintoretto dipinge tra il 1578 e 1581 l’Adorazione dei Pastori.
Adorazione dei Pastori, Tintoretto, 1578-81, Sala Superiore o Capitolare, Scuola Grande di San Rocco.
La stalla o fienile dove si svolge la scena si divide in due parti. È tutto un gioco di ombre e luce calda, dorata, che attraverso il soffitto travato colpisce personaggi ed oggetti. Nella parte inferiore i lati sono chiusi dai due pastori rappresentati di spalle; quello a destra con la veste rossastra ha un personaggio a fianco di cui si vede solo il profilo: che sia un autoritratto dell’artista, come Tintoretto è solito fare? Sembra di no, i tratti somatici sono differenti.
Parte inferiore
Figura a destra
Al centro il bue, inondato dalla stessa luce, torce il collo verso l’esterno. Anche se con poche figure, la scena appare movimentata: braccia alzate, torsioni dei busti, animali differenti. È tutto un gioco di luci e di colori: la cresta rossa del gallo rimanda al pastore, al capezzolo turgido della donna sul piano ammezzato ed a Maria; apparentemente pennellate casuali, esse in realtà creano un forte e deciso unicum cromatico che si distingue nell’oceano luministico del dipinto.
Il gallo
Al piano superiore troviamo la Sacra Famiglia: qui la luce diventa di un bianco quasi accecante che si concentra sulla testa del Bambino e sul coprispalle di Maria, e colpisce la figura femminile sottostante.
La Sacra Famiglia
Figura femminile al piano inferiore
I giochi di luce e di colore prevalgono sui movimenti improvvisi e repentini delle figure, a favore dell’unità cromatica, data anche dalle pagliuzze fluorescenti che ricevono la luce dai cherubini posti aldilà dell’intersecarsi delle travi del tetto aperto.
Le Pagliuzze
Cherubini e travi
Sala al piano terra
Adorazione dei Magi, Tintoretto, 1582, Sala Terrena, Scuola Grande di San Rocco
La scena si svolge tra due colonne in mattoni che sembrano conferire alla tela una valenza teatrale: come se si stesse rappresentando un’opera su un palcoscenico. Anche qui troviamo un ambiente rustico: tavole di legno sorrette da colonnine in mattoni, la capanna senza tetto e poche figure umili, della realtà contadina.
La luce fluorescente dei personaggi del corteo dei Magi sulla destra contribuisce a far risaltare la Sacra Famiglia che riceve i doni.
Il Corteo dei Re Magi
Queste figure sono rese con pennellate appena accennate, appaiono prive di plasticità, ed in tal modo il maestro riesce a suggerire la profondità prospettica necessaria per dipingere in primo piano la scena principale. Lo schiavo di colore funge da divisorio tra questa esplosione di luce ed il verificarsi dell’evento.
Lo schiavo di colore
Gesù bambino avvolto nella luce porge le braccia per accogliere i doni, gli sguardi di Maria e Giuseppe sono concentrati su di lui. A destra i Magi sono dipinti su livelli differenti: inginocchiato a terra il primo, sulle tavole il secondo ed infine il terzo piegato in avanti: la scena è strutturata a piramide e nel suo punto più alto brilla la stella, perpendicolare alla testa del Bambino.
Il Bambin Gesù
La Stella
La luce proviene dalla direzione opposta e colpisce la contadina inginocchiata ed i due colombi, il volto di Maria, i due re inginocchiati.
Luce del corteo e controluce dello spazio dove si svolge la scena principale, fonti luminose differenti: gli esperimenti eseguiti dall’artista nella sua bottega con cartoni appesi al soffitto e candele poste nelle posizioni più diverse, la sua caparbietà a insistere sul luminismo cromatico sembrano raggiungere l’apice in questa opera (come pure in altri dipinti presenti nella stessa sala).
Con questo breve assaggio delle tele del nostro Jacopo, vi salutiamo augurandovi un sereno Natale e vi aspettiamo per una visita guidata a Venezia alla scoperta di questo straordinario artista. Quest’oggi a salutarvi con un arrivederci c’è anche Tintoretto stesso con questo suo ritratto magistralmente intagliato nel legno dallo scultore Francesco Pianta.
Ritratto di Tintoretto, Francesco Pianta, Sala Capitolare della Scuola di San Rocco
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